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Trent’anni dopo l’omicidio, Padre Pino Puglisi continua a ispirare la lotta contro la mafia

Padre Pino Puglisi: Trent'anni di Ricordo e Impegno Contro la Mafia

Il 15 settembre 1993, nel quartiere Brancaccio di Palermo, il sacerdote Pino Puglisi veniva brutalmente ucciso, compiendo 56 anni. Due uomini, fedelissimi del boss Graviano, lo affiancarono, cercando di rapinarlo. Ma Puglisi, capendo la sua sorte, reagì con un sorriso, le sue ultime parole.

Quel gesto di coraggio non fu sufficiente a salvarlo: un colpo alla nuca lo uccise, nel tentativo di mascherare l’omicidio come una semplice rapina.

Puglisi era noto per il suo impegno contro la criminalità organizzata, fondando il Centro Padre Nostro e cercando di dissuadere i giovani dalla strada della mafia. Questa missione lo pose in contrasto con i Graviano, che ordinarono la sua eliminazione.

I mandanti dell’omicidio, i fratelli Graviano, furono condannati. I due killer, Grigoli e Spatuzza, confessarono il loro coinvolgimento. Spatuzza, in seguito, divenne pentito e iniziò un percorso di conversione.

Nel 2013, la Chiesa cattolica lo ha beatificato, riconoscendo il suo martirio.

Oggi, nel trentennale della sua morte, il Centro Padre Nostro commemora il suo ricordo con eventi che culmineranno con la posa della prima pietra per un nuovo Poliambulatorio a Brancaccio. Le manifestazioni hanno ottenuto riconoscimenti importanti e il supporto istituzionale.

La celebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Matteo Zuppi e dall’arcivescovo Corrado Lorefice si terrà alle 18 presso la cattedrale di Palermo, in memoria di questo coraggioso sacerdote che ha sacrificato la sua vita nella lotta contro la mafia.

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