HomeCronacaMorte del boss Denaro: la chiesa dice No ai funerali religiosi

Morte del boss Denaro: la chiesa dice No ai funerali religiosi

La decisione di rifiuto riflette un Impegno deciso per la giustizia e la dignità

La Chiesa si è espressa con fermezza: non saranno celebrati funerali religiosi per i mafiosi.

Questa posizione è stata ribadita dal vescovo di Mazara del Vallo, Giurdanella, che ha dichiarato con chiarezza il proprio sostegno alle vittime e alla giustizia. “In questo momento noi come Chiesa stiamo dalle parti delle vittime, stiamo dalla parte della giustizia”, ha affermato all’Ansa. Questo messaggio è un appello alla solidarietà per coloro che hanno subito violenze inaccettabili, affinché possano trovare conforto in processi rapidi e nella determinazione della società civile, delle forze dell’ordine, della magistratura, ma anche delle comunità scolastiche ed ecclesiastiche, nell’eliminare la cultura dell’oppressione e della prepotenza che affligge questo territorio.

Nel frattempo, la cerimonia funebre di Matteo Messina Denaro, ex boss, è stata condotta in modo riservato. Aveva sancito la sua opinione in un pizzino ritrovato dalle forze dell’ordine dopo il suo arresto, di non avere celebrazioni religiose, egli aveva scritto: “Rifiuto ogni celebrazione religiosa perché fatta di uomini immondi che vivono nell’odio e nel peccato” , “non sono coloro che si proclamano i soldati di Dio a poter decidere e giustiziare il mio corpo esanime, non saranno questi a rifiutare le mie esequie”.Tuttavia, è importante notare che, anche al di là della sua volontà, la Chiesa ha confermato che non sarebbero stati celebrati funerali religiosi per i mafiosi.

La procura di Palermo e quella de l’Aquila hanno deciso di eseguire un’autopsia sul corpo di Matteo Messina Denaro, che è stata eseguita ieri pomeriggio dal medico legale di Chieti, Cristian D’Ovidio. L’esame ha confermato che la causa del decesso è stata naturale, attribuita a un tumore al colon. Questa procedura non è stata solamente finalizzata a fornire un resoconto dettagliato sulle condizioni di salute dell’ex boss, ma anche a prevenire eventuali azioni legali future da parte di rappresentanti di associazioni che da tempo lottano contro il regime del cosiddetto “41 bis” per i detenuti mafiosi, come riporta l’Agenzia Giornalistica Italia (Agi).

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