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Il caso della facoltosa nobildonna truffata, seguito dalla Polizia di Pachino: Badante condannata, Testamento annullato

Nel mondo giuridico, giustizia è stata fatta nel caso di una facoltosa nobildonna che è stata ingannata da una badante e ha scritto un testamento in suo favore mentre era affetta da demenza senile. Il tribunale ha recentemente emesso una sentenza di annullamento del testamento, garantendo che i legittimi eredi ricevano ciò che spetta loro.

La vicenda ha avuto inizio nel mese di luglio del 2016, con la morte della nobildonna all’età di 93 anni. Nei due anni precedenti alla sua morte, la badante all’epoca 56enne, aveva iniziato a isolare la signora dal mondo esterno, impedendo ogni contatto con amici e parenti, secondo le testimonianze degli eredi.

Dopo la morte, è emersa una sorpresa sconcertante nel suo testamento: tutti i suoi beni, tra cui un prezioso immobile storico a Rosolini, erano stati lasciati alla badante, nominata “erede universale”, mentre i legittimi eredi erano stati tagliati fuori.

Tuttavia, è stato accertato che al momento della firma del testamento, la nobildonna era incapace di intendere e di volere. Sette mesi prima della redazione del testamento, la commissione medica per l’accertamento dell’handicap di Noto aveva riconosciuto che la nobildonna soffriva di demenza senile e altre gravi condizioni di salute. Era chiaramente una persona che richiedeva assistenza continua e non era in grado di compiere gli atti quotidiani della vita.

Di conseguenza, tutti i beni furono posti sotto sequestro a seguito di una denuncia alle autorità giudiziarie. Gli agenti del Commissariato di Polizia di Pachino si occuparono del caso. La badante è stata rinviata a giudizio per “circonvenzione d’incapace e furto aggravato”. Allo stesso tempo, è stato avviato un procedimento civile per annullare il testamento.

Il processo civile si è concluso con una sentenza emessa il 9 ottobre scorso dal giudice Giacomo Ruta del Tribunale di Siracusa, che ha accolto il ricorso degli eredi e ha annullato il testamento olografo. La badante è stata condannata a restituire l’eredità, al pagamento di una somma di oltre 50.000 euro agli eredi, oltre a spese generali, IVA e CPA, e alle spese vive e della consulenza tecnica d’ufficio.

La sentenza ha sottolineato che la malattia della nobildonna era irreversibile e progressiva, e ha confermato l’incapacità di quest’ultima nel momento della redazione del testamento.

Mentre il processo civile ha portato a una vittoria per gli eredi, ora si attende la definizione del processo penale in cui gli eredi sono costituiti parte civile.

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